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Mostra Contaminazioni

L’ideazione di questo progetto espositivo nasce dalla collaborazione artistica di due artisti: Vito Lentini - già noto in galleria STATUTO13 grazie a collaborazioni espositive nella nota galleria milanese - e Gianni Manca. Si tratta di pure ibridazioni di varie tecniche artistiche: fotografia, pittura acrilica, acquerello, disegno a matita, collage, plexiglass; tramite le quali gli artisti hanno saputo cimentarsi in complesse opere eseguite a quattro mani, unificando diversi mondi creativi e differenti modi di percepire la propria espressività e la creatività individuale. E’ in tal senso che nasce il leit motiv della contaminazioni, dove ogni opera ha un aspetto che denota una duplicità se non una molteplicità di tecniche e di ricerche artistiche sperimentali alle quali gli artisti si sono spontaneamente ispirati lasciando intravedere il fecondo ed originale potenziale. “Uno dei motivi di sospetto verso convinzioni morali apparentemente sincere è il loro legame con interessi particolari di coloro che le sostengono. Chiedersi cui bono e cui malo è appropriato se siamo alla ricerca di possibili elementi di contaminazione della coscienza: il senso morale di una persona può essere distorto da privilegi radicati così come dalla paura di perderli. [... ] gli animali non sono in grado di perorare la loro causa e coloro che la perorano per loro non hanno alcun interesse [... ] diretto, né altri tipi di interesse personale in gioco, per quanto molti possano essere emotivamente “coinvolti”... (Cit. Annette Baier) La poetica di questa mostra bi-personale è delicata e dedicata in ampia misura alla femminilità, mai intesa come perfezione estetica o anatomica assoluta, bensì come pura artisticità. Si tratta di una metafora omaggiante la donna e il suo universo sensibile, erotico, umano e vero. Tuttavia i contenuti insiti nel percorso espositivo della mostra non si fermano a un solo punto, bensì incedono verso volute allusioni al concetto del “dualismo”. Molte opere infatti sono speculari l’uno all’altra, non solo nella scelta delle tecniche ma anche nella decisione di esprimersi tramite veri e propri “dittici” contemporanei sia nello stile che nei significati. L’opera d’arte si fonde così al soggetto, che a sua volta esprime amore e intesa e, non da meno, ammirazione verso la corporeità, la sinuosità e la personalità della donna.....e non solo. Di fatto gli spunti possono sicuramente godere di nature diversificate, sanno andare anche al di là del genere femminile o maschile che siano: del resto non esiste un lato femminile in ogni uomo e vice versa? Allora sentiamo, osserviamo, percepiamo sensazioni che le fotografie di Gianni Manca e la pittoricità di Vito Lentini sanno trasmettere al fruitore generosamente e con un profondo senso di scoperta cinestetica. I sensi si risvegliano, anche quelli più sopiti...la retina trasmette immagini al cervello tramite i neuroni che a loro volta infondono una piacevole percezione sensoriale a tutto il corpo, partendo sempre dall’osservazione di un’opera d’arte visiva. Dunque...non resta che goderne.
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